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Garantire la piena attuazione dei processi di gestione della sicurezza nel settore edile, secondo standard uniformi sull’intero territorio nazionale. E’ lo scopo della nuova prassi di riferimento che UNI, Ente nazionale italiano di unificazione, ha pubblicato in collaborazione con la rete dei Comitati Paritetici Territoriali (CPT) e che stabilisce gli “Indirizzi operativi per l’asseverazione nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile”. L’asseverazione è un processo particolare mediante il quale si garantisce che i modelli di organizzazione e gestione della sicurezza siano effettivamente attuati e applicati dall’azienda stessa. Il documento dell’UNI fornisce gli indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall’art. 51 del D.Lgs 81/08, fornita proprio dai CPT, cioè dagli organismi bilaterali che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro nel settore edilizio, interagendo direttamente con azienda e lavoratori. “Dopo aver elaborato un primo documento al suo interno –spiega Ruggero Lensi, Direttore Relazioni esterne sviluppo e innovazione dell’UNI- la CNCPT (Commissione nazionale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro) ha voluto inquadrarlo in modo corretto e coerente. Per questo motivo ha chiesto la nostra collaborazione e in pochi mesi siamo riusciti a definire un documento che identifica le fasi di verifica, le relative modalità operative e le competenze delle figure professionali incaricate del processo di asseverazione”. “Abbiamo deciso –spiega il presidente CNCPT, Marco Garantola – di approfondire gli aspetti connessi alla asseverazione costruendo una procedura, fissata in un documento, valida per l’intero territorio nazionale, in grado di fornire indicazioni omogenee a garanzia di tutte le imprese edili che vorranno fare asseverare i propri modelli di organizzazione e gestione della sicurezza. Per questo –conclude Garantola- ci siamo rivolti all’UNI affinché si giungesse all’elaborazione di una ‘prassi di riferimento’, un documento che ha una durata limitata (cinque anni) ma che rispetto alla classica “norma tecnica” ha il vantaggio di essere più snella, fornendo al contempo tutte le garanzie di trasparenza che deve avere il mercato”. Il processo di asseverazione , che prende avvio con la richiesta da parte dell’impresa edile al CPT prevede sostanzialmente tre fasi: una fase Istruttoria, caratterizzata dalla richiesta di asseverazione e dalla verifica dei pre-requisiti di accesso al servizio di asseverazione dell’impresa richiedente, una fase di Verifica durante la quale si effettua appunto la verifica e l’analisi di tutti gli obblighi documentali e un‘ultima fase, Valutativa, caratterizzata dalla valutazione del rapporto di verifica e dal rilascio dell’asseverazione. “La prassi di riferimento – dichiara il Presidente UNI, Piero Torretta – è uno strumento coerente con il Nuovo Regolamento Europeo sulla Normazione Tecnica in vigore dal 1 gennaio 2013, che invita gli Enti di Normazione a dotarsi di strumenti più snelli per cogliere con tempestività le esigenze del mercato. La sua applicazione nel caso specifico dell’asseverazione dei CPT del settore edile ai modelli di organizzazione e gestione della sicurezza del lavoro nei processi di produzione dei cantieri , è un esempio della sua utilità e della sua coerenza rispetto agli obiettivi di tempestività, propri della materia della sicurezza del lavoro. La trasformazione in norma avverrà nel rispetto del principio della consensualità di tutti gli stakeholder interessati, nei tempi e nei termini previsti dal relativo regolamento “ La prassi di riferimento “Indirizzi operativi per l’asseverazione nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile” è disponibile e liberamente scaricabile dal sito dell’UNI (www.uni.com) entrando nella sezione INNOVAZIONE e cliccando su “Le Prassi di riferimento” e, successivamente “Scarica le prassi pubblicate”. Cosa sono le prassi di riferimento? Le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI, e da esso emanati, verificata l’assenza di norme o progetti di norma allo studio (in ambito nazionale, europeo o internazionale). Non essendo documenti normativi, le prassi di riferimento non sono elaborate all’interno degli organi tecnici dell’UNI e degli Enti Federati (che hanno invece il compito di seguire la competente attività di normazione tecnica relativa all’elaborazione delle norme UNI, delle specifiche tecniche e dei rapporti tecnici) bensì in appositi “Tavoli”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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