Vanno riattivate le agevolazioni fiscali sull’acquisto delle abitazioni all’asta

Vanno riattivate le agevolazioni fiscali sull’acquisto delle abitazioni all’asta

Il Centro Studi Sogeea, specializzato in rilevazioni sull’andamento del mercato delle aste immobiliari, invita il Governo a riattivare le agevolazioni fiscali sull’acquisto delle abitazioni all’asta.

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“Le misure di agevolazione fiscale che erano state inserite nel 2016 sulle compravendite delle case all’asta– ha sottolineato Sandro Simoncini, direttore del Centro Studi – e in seguito implementate, sono scadute lo scorso 30 giugno ma meritano di essere riproposte, perché si sono rivelate di fondamentale importanza per aumentare il numero delle operazioni di acquisto andate a buon fine e per velocizzarne la tempistica: lo scorso luglio, nell’ultimo studio effettuato, abbiamo potuto osservare una diminuzione del 31% delle case in vendita forzata presenti sul mercato rispetto ad appena sei mesi prima”.

“Partendo dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale forfettarie, nella misura di 200 euro ciascuna: cifre che rendono ancora più appetibile l’acquisto di un bene che solitamente è  già disponibile a prezzo di saldo. Ciò a patto che si compri l’immobile come prima casa, ci si impegni a non rivenderlo prima di cinque anni e non si abbia già usufruito delle agevolazioni sull’acquisto dell’abitazione principale.

Inoltre, l’immobile in questione non deve essere di lusso e deve trovarsi nel territorio del Comune in cui l’acquirente ha o stabilisca, entro 18 mesi, la propria residenza. Ciò, ovviamente, per arginare il più possibile i semplici speculatori a vantaggio di chi si avvicina al mondo delle aste per coronare il sogno di avere un’abitazione di proprietà”.

“La stessa agevolazione si può applicare anche alle imprese, a patto che le stesse si impegnino a rivendere l’immobile entro cinque anni. Nel caso in cui non si realizzi il ritrasferimento entro il termine stabilito, chi ha comprato deve pagare una sanzione amministrativa e versare le imposte nella misura ordinaria: solo per quella di registro vuol dire il 9% del valore catastale dell’immobile. Tutte queste misure di buon senso, unite alla decisione di digitalizzare gran parte delle procedure, hanno prodotto un salto di qualità nel mondo delle aste immobiliari: interromperne gli effetti decidendo di non riattivarle costituirebbe una scelta poco lungimirante”.

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