Vendita indifferenziata

Roma: hotel e negozi all’asta. Decine d’esercizi e migliaia d’operatori rischiano lo sfratto da parte dello Stato. Il 21 febbraio è prevista l’asta per la dismissione del patrimonio immobiliare statale che non offre il diritto di prelazione ai gestori in quanto gli immobili saranno venduti in blocco e non frazionati. Molti esercizi del cuore di Roma stanno vivendo momenti d’intensa preoccupazione anche se uno spiraglio c’è ed è legato all’ipotesi di turbativa d’asta. Molti esercenti, infatti, hanno ricevuto lettere dal tenore intimidatorio. Il rappresentante di una società interessata all’acquisto –secondo quanto riportato dai quotidiani locali – fa sapere ai commercianti di avere fatto un’offerta “particolarmente adeguata al fine di garantirsi un’acquisizione altamente probabile” dei loro immobili e invita gli imprenditori a contattare “con cortese sollecitudine” lo studio legale per discutere della posizione dei gestori all’indomani della vendita del loro esercizio. La procedura è a dir poco inusuale dato che le offerte dovrebbero essere consegnate in busta chiusa da aprire solamente il giorno dell’assegnazione dell’immobile. La battaglia di albergatori e commercianti romani è, quindi, tutt’altro che chiusa. Il Consiglio comunale, intanto, voterà giovedì prossimo il congelamento dei termini di vendita per fare chiarezza sulle pressioni ricevuta dai commercianti e votare una mozione che impegni il sindaco e i deputati eletti nei collegi cittadini ad emanare un provvedimento normativo che permetta ai commercianti ed agli artigiani di Roma di esercitare il diritto d’opzione.

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