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Wind Island è un concept dal design semplice, ispirato alla natura, capace di combinare le caratteristiche anatomiche di elementi diversi. Sfrutta la forza del vento e dell’acqua. La raccoglie, la depura e la utilizza per coltivare i prodotti agricoli che crescono sugli edifici e garantire autosufficienza energetica. Spazi verdi e unità residenziali si intrecciano in un nuovo modello di insediamento urbano a cura di Tommaso Tautonico Mentre l’innalzamento dei mari continua ad essere una preoccupazione evidente, ci sono architetti in tutto il mondo che provano ad immaginare come potrebbero essere gli insediamenti urbani del futuro. Wind Island è la proposta dell’architetto Mohsen Laei che immagina una struttura galleggiante che “coltiva” la forza del vento, dell’acqua e del sole, per creare un microclima favorevole e un insediamento sostenibile. Il design del progetto, ispirato alla natura, è perfettamente integrato con l’ambiente circostante, ideale per la zona epipelagica degli oceani, ed è basato su una struttura galleggiante completamente autonoma. L’isola artificiale e circolare ed i suoi volumi ondulati Dal punto di vista concettuale, Mohsen Laei, prende ispirazione da elementi diversi. La forma circolare ricorda quella delle ninfee, mentre la forma ondulata e sinusoidale richiama quella delle bandiere al vento. Per questo il masterplan rivela una struttura circolare, con forme ondulate e morbide che si intrecciano e curvano verso il centro, dove si innalzano da terra per formare una gigantesca torre multifunzionale con un eliporto in cima. Gli elementi ondulati che ricoprono l’isola ospitano aree verdi, vie di accesso, rampe, passerelle e spazi ricreativi. Giochi sfalsati creano piccoli terrazzamenti, dedicati alle unità residenziali dell’isola. Infine, i bordi, sono punteggiati da punti di ingresso a forma di imbuto per il filtraggio dell’acqua. Energia dal vento e dall’acqua La produzione energetica dell’isola è garantita dal vento e dall’acqua. Le pale a bandiera che avvolgono la torre, sfruttano ogni corrente ventosa, attivando l’albero verticale e le pale subacquee. In questo modo si genera una parte dell’energia utile all’isola. Inoltre, questi pilastri a bandiera sono progettati con materiale fotocromatico che raffredda e ombreggia la parte centrale dell’insediamento galleggiante. La seconda fonte di energia è negli imbuti che punteggiano l’isola: qui, l’acqua che penetra, attiva una serie di turbine su due livelli che oltre a generare energia, stabilizzano l’isola quando le condizioni meteo sono instabili. La forma dell’isola, assieme alla sua inclinazione, favorisce la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana. Parte dell’acqua in eccesso derivante dalle superfici verdi, grazie ad una infrastruttura di recupero, è raccolta ed utilizzata per dare vita a piccole cascate, utili a muovere le pale della turbine presenti negli imbuti. Per la realizzazione dell’isola Laei suggerisce l’utilizzo di cemento galleggiante ibrido, con una componente organica. Gli edifici residenziali sono attrezzati per ospitare piccole coltivazioni agricole. In alternativa, alcuni spazi verdi possono essere riconvertiti per ospitare terreni agricoli di comunità, utili al sostentamento dell’isola. Img by profilo Instagram dell’architetto Mohsen Laei Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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