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A Klimahouse 2020 abbiamo incontrato l’Arch. Cristina Niada Responsabile Regionale di Foamglas, con cui abbiamo parlato dell’importanza del tetto negli edifici e delle infinite possibilità di applicazione delle soluzioni in vetro cellulare Foamglas. a cura di Raffaella Capritti Indice degli argomenti: In che modo le coperture ci danno la possibilità di recuperare delle superfici che non sono state utilizzate Oggi come oggi tetto piano o inclinato Il vetro cellulare Foamglas in che modo può essere utilizzato nelle coperture in maniera efficiente Quali soluzioni offre Foamglas? Un paio di cantieri interessanti Il sistema di isolamento termico con vetro cellulare Foamglas®, come ci ha spiegato in un’intervista l’architetto Claudio Saponaro, garantisce altissime prestazioni e una varietà di applicazioni, dall’isolamento per pavimenti alle pareti contro terra, dalle facciate ai sistemi di isolamento interni fino ai tetti compatti. Proprio di tetti, concentrandoci maggiormente su quelli piani, abbiamo parlato con l’Arch. Cristina Niada Responsabile Regionale di Foamglas, che abbiamo incontrato a Klimahouse 2020. Una bella chiacchierata su un elemento fondamentale per l’involucro ma anche delicato, perché completamente esposto. “Il tetto, ci dice l’architetto Niada, è sicuramente un elemento sensibile dell’edificio, fa un grosso lavoro di protezione e, soprattutto, ogni intervento deve essere studiato in maniera precisa e ben calibrata su ogni singolo dettaglio della copertura.Ma è importante tenere presente che il tetto rappresenta anche un valore, in quanto offre diverse possibilità di poter esprimere ulteriormente la propria utilità e la sua presenza attiva nel nostro contesto urbano”. In che modo le coperture ci danno la possibilità di recuperare delle superfici che non sono state utilizzate? “Ci sono molte possibilità,si possono immaginare ampliamenti di volumetria con sovrastrutture sulle quali edificare, oppure, nel caso di nuove costruzioni, i tetti piani rappresentano una grande occasione per aggiungere uno spazio da poter utilizzare a servizio degli occupanti dell’edificio, o ancora si può optare per un tetto verde che, come già postulava Le Corbusier un bel po’ di anni fa, rappresenta un valore aggiunto per le nostre città e i nostri edifici, per la nostra salute fisica e mentale, per ridurre “l’isola di calore“, lo smog e le polveri sottili, ma soprattutto per rendere i nostri contesti urbani più belli e vivibili”. Oggi come oggi tetto piano o inclinato? “Direi tetto piano proprio per la possibilità che ci dà di valorizzare l’edificio in sé e di poter utilizzare maggiormente la superficie che offre. Sarebbe dunque una buona possibilità riuscire a sfruttarlo in quest’ottica”. Secondo lei il mercato si sta muovendo in questa direzione? “Lentamente, ricordandoci appunto che lo sosteneva già Le Corbusier agli inizi del ‘900 e non mi pare che ci siano così tanti tetti piani diffusi, a differenza delle città del Nord Europa dove tra l’altro le condizioni metereologiche sono nettamente più problematiche della nostra fascia climatica mediterranea. Però qualcosa si sta decisamente muovendo. E’ vero anche che in Italia il patrimonio edilizio più che da costruire è da recuperare, e comunque l’uso del suolo dovrebbe essere fatto in maniera più ponderata. In tutte le occasioni in cui c’è la possibilità di edificare una nuova costruzione sarebbe comunque intelligente optare per un tetto piano che ci offre la possibilità di realizzare infinite soluzioni, dai tetti verdi a quelli meno romantici ma più funzionali, adibiti per esempio a impianti fotovoltaici che danno un bel valore aggiunto all’edificio che in questo modo diventa autosufficiente e impatta meno sull’ambiente”. Il vetro cellulare Foamglas in che modo può essere utilizzato nelle coperture in maniera efficiente? “In tantissimi modi. Innanzitutto ricordiamoci, come già dall’architetto Saponaro nel nostro precedente incontro, che stiamo parlando di un materiale ecologico, riciclato, perché realizzato dal 60% circa di vetro riciclato e riciclabile, perché tutti gli scarti di produzione vengono reimmessi nel ciclo produttivo, per andare a formare nuovo Foamglas. Anche l’impatto ambientale dal punto di vista della produzione, se paragonato ad altri materiali isolanti a base petrolifera, è molto limitato: i nostri impianti usano solo fonti energetiche rinnovabili come quelle idriche, pale eoliche, ecc… Per quanto riguarda le coperture, Foamglas offre un’infinita possibilità di soluzioni e finiture a seconda dei diversi usi che si vogliono fare. La cosa molto importante da sottolineare è che forniamo dei sistemi costruttivi a secco, stratificati, assolutamente decostruibili. Ciò significa che un domani si può andare a decostruire il realizzato recuperando completamente il materiale per altri cantieri senza doverlo riciclare nuovamente!”. Quali soluzioni offre Foamglas? “Come dicevamo sono molteplici. Scegliere Foamglas per la realizzazione di una copertura piana vuol dire scegliere un materiale di sicurezza, che garantisce altissime prestazioni a vita per l’edificio, costanti nel tempo. Parliamo di incombustibilità (Euroclasse A1), di resistenze meccaniche alla compressione altissime, di isolamento termico sia estivo che invernale, di barriera al vapore, barriera all’umidità e impermeabilizzazione. Tutto questo grazie alla sua conformazione fisica a celle chiuse che non consente il passaggio di aria, garantisce impermeabilizzazione all’acqua e permette al materiale di avere un’espressione di prestazioni così elevata”. E’ semplice da posare? “Sì, è un materiale facile da tagliare, atossico (nessuna emissione di VOC), la colla si lavora a freddo. I pannelli sono di grandi dimensioni quindi anche veloci da posare su qualunque supporto e su tutte le strutture. Il vetro cellulare viene sempre posato con i giunti sigillati, è un sistema costruttivo che lavora in sinergia con la speciale colla di nostra produzione bicomponente, che serve proprio a garantire la continuità di prestazioni e ci consente di realizzare un isolamento termico privo di ponti termici e una barriera assolutamente stagna a tutto quello che è l’ambiente umido. In copertura è previsto uno strato impermeabilizzante aggiuntivo, poiché siamo completamente esposti. Per ogni tipo di membrana impermeabilizzante scelta dal progettista, c’è un supporto adeguato di Foamglas, viene poi previsto uno strato di separazione a protezione della guaina, uno strato di gomma riciclata piuttosto che un tessuto non tessuto, e a concludere la finitura di copertura in base all’esigenza. E’ possibile realizzare una copertura ispezionabile o coperture tecniche, tetti verdi, adibite a parcheggio…”. I progettisti conoscono le qualità del sistema Foamglas per il tetto? “Gradualmente c’è una maggiore sensibilizzazione. Nel momento in cui si conosce il sistema e i suoi vantaggi viene accolto a braccia aperte: Foamglas fornisce una semplificazione sia dal punto di vista progettuale che della messa in opera del sistema, nel pieno rispetto dell’ambiente, garantendo la protezione assoluta dalle infiltrazioni: è un vantaggio anelato da tutti. Senza dimenticare l’aspetto economico, si tratta di un investimento che mi assicura di non dover mai più fare manutenzione sulla copertura”. Ci racconti un paio di cantieri interessanti che avete seguito “Ce ne sono molti. Mi fa piacere parlare del PAV di Torino, il Padiglione d’Arte Vivente realizzato in un contesto ipogeo. In questo edificio si perde un po’ il limite tra la copertura e facciata: è tutto verde, siamo in mezzo alla vegetazione e Foamglas avvolge a 360° la costruzione a partire dalle fondazioni per arrivare alla copertura sulla quale è previsto uno strato di vegetazione. Foamglas può comunque lavorare su qualsiasi tipo di supporto, su tetti inclinati o che abbiano delle forme articolate o con un rivestimento di finitura anche molto particolare. La stratigrafia non è tanto diversa rispetto a quella delle coperture piane, ma utilizziamo delle piastre particolari in acciaio inserite nel vetro cellulare prima di stendere la guaina e fissare poi sopra una sovrastruttura totalmente a giunti aperti che mascheri il sistema coibente Foamglas. È il caso per esempio del Museo Casa Enzo Ferrari a Modena in cui abbiamo utilizzato questo sistema. Abbiamo una struttura metallica, una lamiera grecata, il vetro cellulare è stato incollato sulle creste, sono poi state posizionate le piastre, la guaina e dei particolari supporti regolabili in altezza e inclinazione, visto che la copertura del museo è particolare e simula i cofani delle macchine d’epoca. Utilizzare Foamglas in quel caso ha semplificato molto i lavori anche dal punto di vista strutturale. La luce della campata del museo è molto ampia, sono circa 52 metri di luce libera, la struttura da progetto prevedeva un’altra trave in acciaio con un getto, sopra la lamiera, di calcestruzzo. Inserendo Foamglas in questa struttura compatta e alleggerendo moltissimo il peso della copertura non è stato più necessario realizzare alcun irrigidimento ottenendo l’effetto finale di una splendida tenso-struttura dove doghe di metallo di colore giallo Ferrari hanno preso il posto dei tradizionali teli sintetici”. Interno del Museo Casa Enzo Ferrari a Modena Consiglia questo comunicato ai tuoi amici
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