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L’evoluzione europea del quadro legislativo generale, il cambiamento da direttiva CPD a regolamento CPR per i prodotti da costruzione, l’attività di normazione tecnica ISO e CEN sulla sostenibilità nelle costruzioni, la legislazione regionale italiana sull’edilizia sostenibile e il protocollo ITACA per la certificazione energetico/ambientale, il bisogno di una banca dati per la valutazione del ciclo di vita dei materiali e prodotti per l’edilizia: questi i temi presentati e discussi al convegno “Sostenibilità nelle costruzioni. Verso un nuovo stato dell’arte del costruire”. “L’Europa sta anticipando i tempi nel tentativo di ‘segnare la strada’ nel settore della sostenibilità delle costruzioni, ma l’Italia è sotto la media e sono quindi i Paesi del Nord Europa a influire maggiormente sulla messa a punto delle direttive e dei regolamenti – ha affermato Antonello Pezzini, rappresentante italiano al CESE Comitato Economico e Sociale Europeo -. “Nel corso del 2009 sarà definita la nuova versione della direttiva 2002/91 sul rendimento energetico nell’edilizia. Infine è imminente l’applicazione della direttiva 2005/32 sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia. Solo seguendo con attenzione e competenza (che purtroppo spesso manca dal lato italiano) iter legislativi come questi si potrà assicurare all’economia nazionale un futuro da protagonista sul mercato europeo e mondiale”. Tra i profondi mutamenti del quadro regolamentare europeo (regolamento sul mutuo riconoscimento, regolamento sull’accreditamento e la sorveglianza sul mercato, decisione sul quadro di riferimento per l’immissione dei prodotti sul mercato) sta per aggiungersi il regolamento sui prodotti da costruzione (CPR). Giancarlo Bedotti – consulente CEN per la CPD – ne ha evidenziato i punti salienti tra i quali “creare un linguaggio tecnico comune, creare uno strumento alternativo al nuovo approccio, dare un nuovo significato alla marcatura CE, semplificare il lavoro delle PMI, prestare particolare attenzione ai prodotti non in serie. Le conseguenze sulle norme tecniche saranno metodi di prova meno onerosi, metodi alternativi (ad esempio il puro calcolo), casi specifici di prodotti ‘without testing’ e l’introduzione del requisito essenziale dell’uso sostenibile delle risorse”. Il regolamento è in discussione e se non ci saranno intralci legati alla tornata elettorale europea di metà anno potrebbe entrare in vigore verso la metà del 2011. Mario Grosso – del Politecnico di Torino – ha illustrato le prime norme tecniche internazionali ed europee pubblicate sul tema degli aspetti ambientali degli edifici e dei prodotti da costruzione. Pur essendo un quadro solo abbozzato (l’ISO ha fatto un paio di norme e di specifiche tecniche, il CEN ha sviluppato attualmente un progetto (prEN) e alcuni work item), l’approccio europeo evidenzia “la presenza molto forte di metodi di calcolo, un notevole utilizzo dei principi del LCA (Life Cycle Assessment, cioè analisi del ciclo di vita – n.d.r.) e un maggiore numero di indicatori di prestazione di tipo obbligatorio rispetto all’approccio internazionale ISO”. Silvia Catalino ha presentato la legge regionale “tipo” per l’edilizia sostenibile (già adottata da Lazio, Marche, Umbria, Puglia e – con alcune modifiche – da Friuli e Veneto). In forte sinergia è il protocollo ITACA per la certificazione di sostenibilità energetico-ambientale: “uno strumento utile per giudicare le prestazioni degli edifici, ma prezioso anche per progettare con le giuste finalità, tenendo conto di 5 fattori: qualità del sito, consumo delle risorse, carichi ambientali, qualità dell’ambiente interno, qualità del servizio (manutenibilità, domotica…)”. Benedetta Barozzi – ITC CNR – ha infine descritto il progetto di banca dati sul ciclo di vita dei materiali e prodotti per l’edilizia che “in Italia non esiste ancora ma ITACA, Regione Marche e ITC stanno sviluppando sia per i materiali tradizionali che per i materiali innovativi. Nonostante le grandi difficoltà di reperimento dei dati, l’obiettivo è di avere entro il 2009 una banca dati con riferimenti utilizzabili per almeno 150 materiali, dei quali il 20% ad alte prestazioni ambientali, sperando di coinvolgere i circa 200 produttori di materiali innovativi a prendere parte al progetto”. Quante più informazioni saranno disponibili, infatti, tanto più il settore utilizzerà i prodotti ambientalmente migliori. Oggi più che mai sembra valere un principio già enunciato nella Agenda di Lisbona: nulla che sia ecologicamente sbagliato può essere economicamente giusto. Per scaricare i documenti in PDF presentati nel corso del convegno clicca qui Sostenibilità nelle costruzioni. Verso un nuovo stato dell’arte del costruire Milano, 5 febbraio 2009 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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